mercoledì 10 dicembre 2008

Sono padre, ed è meraviglioso

Avere un figlio é qualcosa di diverso. Difficile da spiegare. Tutti mi chiedono "come va?", si congratulano e vogliono sapere.
Io vorrei certo condividere con tutti quelli a cui voglio bene, amici e conoscenti, questo periodo e la sua gioia. Ma mi trovo invece a raccontare delle notti che passo sveglio, di quando Elisabetta piange, di come è stato (cruento) il parto; quasi volessi solo lamentarmi.
Non che quello che racconto non sia vero: questo periodo è stato ed è tuttora molto impegnativo (non solo a causa di Elisabetta): a volte è difficile e quasi esasperante alzarsi per la decima volta, alle 5 di mattina, per consolarla e riaddormentarla dopo che si è svegliata piangendo per il mal di pancia o chissà che altro. Ma il punto non è certo questo!!

Quello che vorrei raccontare veramente e trasmettere è quanto meraviglioso, incredibile, sorprendente, totalizzante sia la nascita di un figlio tuo. Qui lo scrivo e lo confermo, ma non lo so spiegare e trovo difficile raccontarlo.
Perché la parte migliore è proprio quella che non capisci, di quando tieni in braccio tua figlia e lei ti fa delle facce buffe (di recente ha cominciato a farci sorrisi), di quando si agita vedendo la sua giostrina rotante con gli animaletti, di quando torno a casa e trovo la mia famiglia.
Ecco, è qualcosa di speciale, che ti fa sentire felice, importante ed amato.

PS: lo so, sono mesi che non scrivo nel blog, ma non ci sono proprio riuscito; già è stato difficile rimanere al passo con il lavoro, e qualsiasi attività non vitale e necessaria è stata posticipata a data da destinarsi. Eccomi qui di nuovo, spero di recuperare parte del mio tempo nel futuro, anche se so già che parecchio è ormai destinato alla famiglia. Non si torna più indietro! ;-)

5 commenti:

Federico ha detto...

Un amico dopo aver letto questo post, mi ha scritto di una poesia molto bella e significativa, scritta da Khalil Gibran, che riporto qui.

E una donna che reggeva un bambino al seno disse:
Parlaci dei Figli.
Ed egli disse:
I vostri figli non sono i vostri figli
Sono I figli e le figlie dell’ardore che la Vita ha per se stessa
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
E benche' vivano con voi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
Poiche' essi hanno i loro propri pensieri.
Potete dar ricetto ai loro corpi ma non alle loro anime,
Poiche' le loro anime dimorano nella casa del domani,che neppure in sogno vi e' concesso di visitare.
Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercate di rendere essi simili a voi.
Poiche' la vita non va mai indietro ne' indugia con l’ieri.
Voi siete gli archi da cui I vostri figli come frecce vive sono scoccate.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e vi piega e vi flette con la sua forza perche' le sue frecce vadano veloci e lonntane.
Fate che sia gioioso e lieto questo vostro esser piegati dalla mano dell’Arciere:
Poiche' come ama la freccia che scaglia, cosi' Egli ama anche l’arco che e' saldo.


Khalil Gibran

Anonimo ha detto...

ma che bella ragnettina!! ma ha un sacco di capelli!!!

Baci corali.
Lucy

AAA Copywriter ha detto...

Io sono il solito idiota ritardatario. L'ho scoperto adesso, solo per caso. Troppo tardi per fare gli auguri? :)

Alex

Federico ha detto...

@Alex
non preoccuparti, si è sempre in tempo per fare gli auguri, ti ringrazio!! :-)
Ora Elisabetta ha tre mesi, ed è sempre più bella.
Ciao, a presto
F

Allo stato brodo ha detto...

Sei "perdonato" per la tua assenza sul blog! :D
Certo che avere una deliziosa creatura a cui badare porta via tanto tempo ed energie ma la soddisfazione che provi deve essere insuperabile!
Mille mila auguri di felicità a te e a tutta la tua famiglia.